Una possibile soluzione per gli Ordini Confraternali: le Associazioni di fedeli
Nonostante sia a tutti chiaro che la Santa Sede riconosce e tutela solamente l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il Sovrano Militare Ordine di Malta, tanti per svariati motivi continuano a sostenere che non è proprio così, e che anzi la Santa Sede ha un occhio di riguardo per alcuni ordini che Guy Stair Sainty ha egregiamente classificato come ordini confraternali cattolici, in quanto sorti sulla base di una bolla pontificia che non è mai stata revocata. Inutile dire che anche se un cardinale, arcivescovo, vescovo, prelato fa parte o partecipa attivamente alle cerimonie di un ordine confraternale questo non significa per nulla che la Santa Sede lo riconosca in qualche modo. E se la Santa Sede non ha provveduto a revocare bolle pontificie costitutive di ordini, questo non vuole dire che esse siano oggi sopravviventi. A questo proposito sono opportune alcune considerazioni. Negli ultimi due secoli il panorama mondiale è completamente cambiato e ancora di più lo è negli ultimi cinquant’anni, così oggi noi viviamo in una società che non ha più nulla a che fare con gli antichi ordini cavallereschi. Le dinastie, o meglio i loro discendenti, ormai vivono da privati cittadini svolgendo il loro quotidiano lavoro, cosa impensabile per chi era Gran Maestro di un ordine cattolico.
La mutazione esponenziale della società fa ipotizzare che nei prossimi anni le massime autorità di questi ordini non applicheranno più, perchè obsolete, le regole comportamentali che li avevano caratterizzati per secoli, e non mi riferisco solo ai matrimoni, ma anche alla vita sociale. Queste "supreme autorità" cosa possono ancora oggi offrire alla Chiesa? Mi viene da pensare al rigore morale di Giovanni Paolo II che non concesse a sovrani cattolici il Supremo Ordine del Cristo. Inoltre recenti scandali fanno prevedere che per il futuro forse sarebbe meglio, per salvaguardare queste preziose istituzioni del passato, cercare una valida soluzione all’interno del Codice di Diritto Canonico, trasformando questi ordini confraternali in associazioni pubbliche o private di fedeli, e facendone donazione (sempre che venga accettata) all’ordinario diocesano del luogo dove venne fondato l’ordine cavalleresco.
In Italia noi abbiamo alcuni ordini confraternali: l’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, l’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (di questi esistono a Torino ancora la Regia Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro e la Confraternita della Santissima Annunziata che ricevevano i membri dell’ordine), il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire e il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (possiamo considerare sia il ramo napoletano che quello parmense).
Un esempio per tutti viene da Dom Duarte Braganza che già nel 2001 aveva pensato di far vivere solo all’interno della Real Confraternita di San Michele dell’Ala (un’associazione cattolica diocesana) l’Ordine di San Michele dell’Ala, ma anche questo esempio meriterebbe, oltre all’imitazione, un ulteriore sforzo, infatti mantenendo a livello statutario gli scopi primari per i quali gli ordini furono fondati, magari adattandoli ai tempi, si dovrebbero applicare le regole stabilite dal Codice di Diritto Canonico che impongono la libera elezione per l’autorità responsabile e una democrazia collegiale nelle decisioni da prendere, ovviamente sotto il diretto controllo dell’ordinario diocesano. Vi sembra che questa mia ipotesi sia qualcosa di stravolgente? Se siete obiettivi non è così... Oggi i Gran Maestri forse decidono da soli per il bene dei loro ordini? Cosa cambierebbe quindi se anziché essere l’autorità decisionale fossero solo quella onoraria, in ricordo di quanto significò in passato la dinastia a cui appartengono? Immaginate queste istituzioni incardinate all’interno di una diocesi a svolgere realmente, adeguandosi ai tempi, i compiti per cui furono fondate, ricevendo finalmente persone oggettivamente motivate negli scopi e non solo mosse dal desiderio di ostentare - sempre più in modo privato - una decorazione che oggi rimane vuota, se legata solo alla memoria di qualche antenato che in altri tempi ed in altro contesto sociale ha onorato quella milizia con l’adeguata pompa che richiedeva quel tempo. Questa mia proposta potrebbe offrire ancora un po’ di ossigeno a queste reliquie di un passato che sempre più spesso si allontanano dalla loro storia e dai principi della Chiesa.