Perché nasce "Il Mondo del Cavaliere"
Perché nasce questa rivista, con un titolo che nella nostra società multimediale fa tanto desueto? E ancora perché una rivista che tratta questi argomenti non la si può trovare dal proprio giornalaio in edicola?
Tra le tante risposte scontate, una valida la si può forse trovare nel Libro dell’Ordine della Cavalleria, dove l’autore Raimondo Lullo (1236-1315) scrive: "Ci fu un tempo in cui scomparvero dal mondo la lealtà, la solidarietà, la verità e la giustizia. Tutto il popolo fu diviso per migliaia, e tra ogni mille ne fu scelto uno che si distinguesse dagli altri per lealtà, saggezza e forza. A questi uomini fu dato il nome di Cavalieri!".
Ma oggi, all’inizio del terzo millennio, in un’epoca dove il sogno viaggia sempre più nei bit del mondo del web, piuttosto che nella quotidianità di una vita con i piedi per terra, che senso ha essere Cavalieri?
Per qualcuno è ancora la realizzazione di un sogno che ha radici profonde nella nostra civiltà occidentale, dove il Cavaliere rappresenta senza dubbio un’aristocrazia di persone che hanno saputo fare qualcosa di più degli altri nella società; ma allo stesso tempo questa parola la si vede talvolta assumere connotazioni negative, o venire collegata ad aspetti ridicoli e scopi denigratori, o finire sulle cronache per fatti addirittura criminali; tutte cose però avulse dal suo vero significato storico.
Ecco allora perché nasce Il Mondo del Cavaliere, una rivista che già nel titolo presenta il suo programma, parlare ad ampio raggio di tutto ciò che fa parte di questo particolare mondo. In queste pagine vogliamo riscoprire la nostra identità di Cavalieri, prenderne coscienza, farci conoscere e apprezzare, dire il nostro pensiero, costruirci un’immagine attuale e tutelarla nel mondo contemporaneo. Questa rivista (che è e sarà sempre realmente di tutti i suoi lettori) si propone di unire persone che appartengono a categorie molto diverse, ma che hanno il comune denominatore di essere tutte depositarie di importanti e fondamentali valori morali. E noi crediamo in questa identità comune, perché il Cavaliere, sia che appartenga ad un Ordine cavalleresco o che abbia dallo Stato una Decorazione, è sempre una persona che si distingue dalla massa.
In questa materia sono rarissimi gli esperti e molti parlano senza conoscere a fondo la complessa problematica e la storia, purtroppo spesso con il solo scopo di tutelare i propri interessi personali e non la categoria; mentre altri parlano solo per sentito dire, perché non hanno la possibilità di andare alle fonti ed approfondire seriamente il tema.Per questa ragione cercheremo di fare un po’ di luce sull’argomento, parleremo di tutti gli Ordini cavallereschi e di tutti i moderni sistemi premiali degli Stati, (con un taglio diverso da Nobiltà che ne approfondisce gli aspetti storico araldici) proponendoci di informare obiettivamente, offrendo a tutti gli strumenti per capire e trarre delle conclusioni personali che permettano di scegliere in assoluta libertà... e la nostra serietà sta proprio nel fornire i mezzi per comprendere finalmente una realtà così complessa e talvolta confusa, che molti preferiscono resti tale.Metteremo in guardia dalle possibili e diffuse truffe di falsi ordini e falsi premi inventati da persone prive di scrupoli con il solo scopo di trarne un illecito guadagno.Per questo motivo istituiamo un servizio telefonico gratuito di informazione (in collaborazione con la Commissione Internazionale per lo Studio degli Ordini Cavallereschi) riservato unicamente ai Soci dell’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche1 , che possono essere tempestivamente informati su tutto quanto succede nel mondo in questo settore.
Promettiamo di dire tutta la verità su quello che esiste di buono e di vero, e allo stesso modo parleremo di ciò che non è valido e va condannato, ma senza fare polemica e restando sempre supra partes, senza favorire nessun particolare ordine e tutelandoli tutti. In conclusione, credo che essere Cavalieri oggi, come doveva esserlo ieri, non significa solo portare un distintivo all’occhiello per darsi prestigio nei confronti degli altri, o indossare un mantello in una Chiesa per volersi distinguere, ma dovrebbe essere piuttosto seguire il comportamento dei Cavalieri del mito e forse del passato, quelli che: "Giurarono di non ricorrere mai alla violenza senza un giusto scopo, di non abbassarsi mai all’assassinio ed al tradimento. Giurarono sul loro onore di non negare mai misericordia a chi ne facesse richiesta, e di proteggere fanciulle, gentildonne e vedove, facendone valere i diritti senza mai sottoporle alla loro lussuria. E promisero di non battersi mai per una causa ingiusta o per vantaggi personali. Questo giuramento pronunciarono i cavalieri tutti della Tavola Rotonda, e ad ogni Pentecoste lo rinnovarono".
... E se in tutta la nostra vita non dovessimo riuscirci, potremo affermare orgogliosamente di avere almeno provato.
1 Association of Holders of Orders of Knightood and Merit.