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Autorità e Status della Commissione | Principi implicati nello stabilire la validità degli Ordini | Indice

La Commissione Internazionale permanente

per lo studio degli Ordini Cavallereschi

Pier Felice degli Uberti

 

Ogni due anni come di consueto si svolge il Congresso Internazionale di Scienze Genealogica ed Araldica che richiama da ogni parte d’Europa e del mondo sia gli appassionati che gli studiosi di queste materie, i quali indistintamente partecipano ai lavori con le loro relazioni. Il I Congresso ebbe luogo a Barcellona nel 1929, ma a partire dal successivo – che si tenne nel 1953 - ebbe cadenza biennale salvo due eccezioni[1]. Nel corso degli anni le tematiche sono andate profondamente cambiando mentre alcune discipline precedentemente discusse non rientrano più tra gli argomenti dei Congressi: è questo il caso della sfragistica e dell’iconografia trattate a Parigi, o della vessillologia (che avrebbe dovuto sempre essere uno dei temi dei Congressi successivi dopo Berna). Al contrario la genetica, che fece la sua apparizione a Stoccolma nel 1960, fu tralasciata e tornò ad essere trattata nel 1998 a Torino.

 

Altra materia abbandonata fu quella relativa agli Ordini Cavallereschi, diffusamente trattata a Roma-Napoli, Madrid, Stoccolma ed Edinburgo, e di cui ancora si videro alcune relazioni a Madrid nel 1982[2].

 

A differenza delle altre discipline accantonate dai Congressi, la materia cavalleresca fu durante le prime edizioni argomento di studio di una apposita Commissione, divenuta poi - come vedremo - la Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi.

 

La Commissione Internazionale per lo studio degli Ordini Cavallereschi fu fondata al V Congresso Internazionale di Scienze Genealogica ed Araldica, durante la sua riunione in Stoccolma dal 21 al 28 agosto 1960. Detto Congresso[3], tenutosi sotto l’Alto Patronato di S.A.R. il principe Bertil di Svezia, era composto da: il barone Carl Hamilton of Hageby, presidente; il barone Giovanni di Giura, vice presidente; il Marchese di Desio, vice presidente; il conte Thierry de Limburg-Stirum, vice presidente; il signor Invar Andersson, vice presidente; il signor Gunnar Scheffer, direttore del Servizio Araldico dello Stato Svedese, segretario generale.

 

Nel rapporto della Commissione per l’Araldica di Stato - composta da: Barone Alessandro Monti della Corte, presidente; Nobile Prof. Gèza Grosschmid Zsögöd de Visegrad, vice presidente; Roger Harmignies, relatore; e dai suoi membri: John Philip Brook Brook-Little, Lt. Col. Robert Gayre of Gayre and Nigg, Robert Matagne, Sir Iain Moncreiffe of that Ilk, Bt., Baron of Easter Moncreiffe; Elisabeth Prins, Condrad M.J.F. Swan e Paul Warming; - al punto 4° “furono ricordate le decisioni del III Congresso di Madrid[4](1955) relative alle condizioni giuridiche e storiche alle quali devono rispondere gli Ordini di Cavalleria indipendenti, sia dinastici che familiari e fu raccomandata a tal scopo la preparazione di un elenco, almeno provvisorio, di detti Ordini al fine che siano sottoposti all’esame ed all’approvazione del prossimo Congresso.”[5]

 

Il VI Congresso Internazionale, che si svolse ad Edimburgo dall’8 al 14 settembre 1962 sotto la presidenza onoraria di S.A.R. il Duca di Edinburgo, era composto da: il Duca di Hamilton, presidente; il Barone Giovanni di Giura, vice presidente; il Conte Thierry de Limburg-Stirum, vice presidente; il Barone Carl Hamilton of Hageby, vice presidente e il Lt. Col. Robert Gayre of Gayre and Nigg, Barone di Lochoreshire, segretario generale. Tra i membri del Comitato onorario figuravano: S.M. il Re d’Italia Umberto II; S.A.R. Monsignore il Conte di Parigi, Capo della Real Casa di Francia; S.A.R. il Conte di Barcellona, Capo della Real Casa di Spagna; S.A.I. il Granduca Vladimiro Kirilovich, Capo della Imperial Casa di Russia; S.A.R. il Duca di Castro, Capo della Real Casa delle Due Sicilie; S.A.R. il Duca di Württemberg e S.A.S. il principe Ernest August di Lippe.

 

Il 13 settembre il Congresso iniziò a lavorare sul 3° tema, riguardante gli Ordini Cavallereschi, “sotto la Presidenza di S.A.S. il Principe di Schwarzenberg, e con la vice presidenza di Miss Rosalie Bailey. Il Barone Monti della Corte ha letto, sia in inglese che in francese, la relazione e le conclusioni a cui la Commissione di studi, da lui presieduta, è sinora pervenuta. Su tale importante argomento hanno preso la parola vari intervenuti, fra cui il Conte Limburg-Stirum, il Marchese de Santa Maria de Silvela e del Castañar, Don Manuel de Aranegui, lo stesso Presidente e l’amico Don Achille di Lorenzo. Il Barone Monti della Corte ed il Principe di Schwarzenberg hanno replicato e fornito ogni necessario chiarimento. Tutte le conferenze all’ordine del giorno non sono state potute tenere per il prolungarsi della discussione sulla relazione del Barone Monti della Corte...[6]

 

Il 14 settembre la Commissione preparò il suo rapporto sui principi implicati nel valutare la validità degli Ordini di Cavalleria e questi vennero accettati dal Congresso. In aggiunta, su mozione del Signor Paul Adam di Parigi, fu all’unanimità deciso in sessione plenaria che la Commissione Internazionale (composta dalle alte personalità del Congresso e da eminenti esperti nel campo della cavalleria, della legislazione nobiliare e dell’araldica[7]) sarebbe divenuta un corpo autonomo permanente nei seguenti termini: “dopo aver espresso il proprio apprezzamento per il lavoro della Commissione per gli Ordini di Cavalleria e del suo Presidente Barone Monti della Corte, il Congresso ritiene opportuno che, pienamente autonoma, la Commissione stessa prosegua in futuro i suoi lavori con carattere permanente, applicando, nella pienezza della propria responsabilità, i princìpi[8] sviluppati nel rapporto presentato al Congresso[9] ”.

 

In esecuzione di queste istruzioni ed in forza di tale autorità, la Commissione Internazionale da allora pubblicò le sue decisioni a partire dal 1960 e fino al 1998, tenendo riunioni nel 1964 (L’Aja), 1966 (Parigi), 1967 (Bruxelles), 1970 (Vienna e Monaco, dove vennero aggiunte le Corporazioni Nobiliari), 1984 (Washington, dove vennero aggiunte le Altre Corporazioni Nobiliari), 1998 (Dublino, dove vennero aggiunte le Decorazioni Ecclesiastiche), 1999 (Roma e Londra), 2000 (Londra, dove si decise di ampliare la materia di studio classificando le Organizzazioni di Natura Cavalleresca, e le Organizzazioni di Ispirazione Cavalleresca), 2001 (Casale Monferrato, dove si decise di ampliare la materia di studio classificando anche le Organizzazioni Cavalleresche - Civili e Militari - derivate da Ordini di Stati non più esistenti).

 

La Commissione ha pubblicato sin dal suo inizio il Registro degli Ordini di Cavalleria (Register of Orders of Chivalry) nelle edizioni: 1964, 1970, 1978, 1996 e l’ultima nel luglio 1998; tuttavia essendo stato deciso di riesaminare tutta la materia precedentemente trattata sono state abolite le edizioni del Registro successive a quella del 1964, alla quale del resto sono state apportate correzioni e precisazioni.

 

Ad ogni uscita del Registro si assisteva a reazioni di attacco, o di plauso a seconda di come i commentatori erano schierati. Ma l’intenso e costante interesse prestato nel tempo alla Commissione - in favore o contro i suoi pronunciamenti - va comunque considerato un sintomo evidente dell’importanza e dell’autorevolezza che le è sempre stata attribuita nel mondo scientifico. A questo proposito ricordiamo quanto scrive il prof. Aldo Pezzana[10]: “In conclusione si può affermare che la Commissione ha fatto un lavoro del più grande interesse, del quale dobbiamo essere grati ai suoi autorevoli componenti e specialmente al suo presidente, il barone Monti della Corte, i cui meriti quali cultore degli studi storico-araldici e quale cancelliere dell’Ordine Mauriziano sono troppo noti per aver bisogno d’esser qui ricordati. Se su qualche punto abbiamo formulato delle riserve od avanzato delle proposte è proprio perché ci è parso che l’opera della Commissione abbia una grande importanza scientifica e pratica e che sia un dovere di tutti gli studiosi, anche dei più modesti come chi scrive, di cercare di dare un apporto per un suo sempre maggiore perfezionamento”.

 

E ancora citiamo le recenti parole dell’On. Dr. Alberto Lembo durante il Convegno “Gli Ordini Dinastici della I. & R. Casa Granducale di Toscana e della Reale Casa Borbone Parma”, nella relazione “Lo Stato Italiano e gli Ordini cavallereschi non nazionali”: “Credo sia qui opportuno ampliare l’orizzonte dei riferimenti e inserire come contributo alla soluzione delle problematiche di cui ci stiamo occupando i princìpi espressi dalla ‘Commissione Internazionale per lo Studio degli Ordini Cavallereschi’ al termine del V Congresso Internazionale di Genealogia ed Araldica, nella relazione presentata dal suo presidente Alessandro Monti della Corte ad Edimburgo il 14 settembre 1962. Si tratta, certamente, di orientamenti e di un organismo privato ma la cui autorevolezza credo sia sufficientemente riconosciuta. [11]

 

Se è vero che numerosi sono stati gli attacchi alla Commissione a causa di inserimenti di Ordini o prese di posizione a favore di uno dei pretendenti nei casi di disputa dinastica[12], va anche detto che lo studio della materia cavalleresca e premiale si presta alle più svariate interpretazioni, anche perché non esiste una indiscussa suprema autorità (ad eccezione della Santa Sede e limitatamente agli Ordini Cavallereschi da essa promossi e protetti) capace di risolvere definitivamente ed in maniera incontrovertibile le varie dispute e contestazioni; e del resto anche fra gli studiosi e gli specialisti le opinioni personali sono alcune volte mutevoli, se non addirittura passibili di cambiamenti totalmente radicali, senza essere motivati da nuovi importanti elementi di giudizio[13].

 

Ciò nonostante va riconosciuto che qualche serio errore[14] fu commesso includendo nel Registro tra le Corporazioni e gli Ordini storici delle organizzazioni che storiche non erano, ed è questo il motivo per cui si è reso necessario ritornare al Registro del 1964 usandolo come punto di partenza.

 

Dal 1984 al 1995 la Commissione, ritenendo che la materia fosse stata interamente catalogata, si limitò a riunioni presso l’anziano Presidente, anche se per alcuni membri del Comitato Esecutivo gli incontri avevano cadenza settimanale[15].

 

Con la scomparsa del Presidente nel 1995 la Commissione, che aveva visto morire anche molti dei suoi anziani membri, necessitava di una rivitalizzazione, la quale si ebbe subito nel 1996, quando fra l’altro venne pubblicato un Registro che ricalcava quello del 1978.

 

Ancora nel 1998 vide la luce un Registro che ampliava vistosamente il precedente e nel quale vennero inseriti con abili colpi di mano dell’ultimo momento alcuni Ordini e Organizzazioni che non trovarono unanimità di consenso all’interno del Comitato Esecutivo.

 

Il 3 giugno 1999 a Roma, presso il Senato della Repubblica, Sala dell’ex-Hotel Bologna, al termine del Convegno Le nuove fonti per la Storia di Famiglia all’inizio del III millennio furono illustrati i nuovi Statuti, che in data 5 novembre 1999 a Londra vennero modificati rendendoli più attuali, e ancora nuovamente integrati in data 9 novembre 2000, quando fu deciso tra l’altro che: “deve essere riesaminata nella sua integrità e su base scientifica tutta la materia cavalleresca (attinente ad Ordini Indipendenti, Semi-Indipendenti, Dinastici, Sistemi Premiali, Corporazioni Nobiliari, Altri Corpi Nobiliari e Decorazioni Ecclesiastiche) apparsa nel Registro 1998, e a questo scopo sono abrogati tutti i Registri posteriori al 1964; viene anche deciso di inserire nel prossimo Registro alcune nuove suddivisioni riguardanti la materia cavalleresca quali: Organizzazioni di Natura Cavalleresca, Organizzazioni di Ispirazione Cavalleresca”; ed infine il 27 settembre 2001, per allontanare anche il minimo sospetto che possano trovarsi nella Commissione persone la cui presenza potrebbe indirettamente influenzarne le libere decisioni, viene deciso di ampliare l’articolo VII degli Statuti nella seguente maniera: “... Coloro che si trovano ad essere i rappresentanti legali, o le supreme autorità o cariche di elevata responsabilità decisiva di corpi che potrebbero essere materia di studio per la Commissione e quindi potrebbero essere elencati in futuro nel Registro Internazionale degli Ordini Cavallereschi non possono in alcun modo far parte della Commissione”. Viene anche suggerito l’inserimento di una nuova suddivisione: “organizzazioni riferite a Ordini o Sistemi premiali già conferiti da ordinamenti statuali del passato”.

 

Come tutte le organizzazioni composte da uomini, anche la Commissione, che è un organismo privato, la cui validità e serietà è rappresentata dal valore delle persone che la compongono, in qualche caso ha commesso, per il passato, alcuni errori di valutazione ed interpretazione, oppure è andata al di là dei suoi compiti istituzionali; per questa ragione i nuovi Statuti richiedono una specifica preparazione accademica agli aspiranti membri, che devono dimostrare la loro esperienza nella materia cavalleresca attraverso pubblicazioni e studi di carattere scientifico. La sede della Commissione è stata trasferita a Milano, una città che anticamente faceva parte della Comunidad Hispanica, e per questo motivo è stata chiesta al Cronista Rey de Armas del Regno di Spagna Don Vicente de Cadenas y Vicent (che nel lontano 1955 fu l’organizzatore del Congresso Internazionale di Madrid ed il propugnatore delle decisioni che portarono alla nascita della Commissione nel 1960; nonché ancora l’organizzatore del Congresso Internazionale di Madrid del 1982, nel quale si tennero per l’ultima volta relazioni sugli Ordini Cavallereschi) una certificazione dello stemma usato dalla Commissione sin dal 1962. La certificazione, concessa il 28 gennaio 2000, risulta vistata dal “Ministerio de Justicia” del Regno di Spagna il 4 febbraio 2000[16].

 

Dal gennaio 2001 la Commissione ha una sua voce ufficiale rappresentata dal periodico trimestrale Il Mondo del Cavaliere, rivista internazionale sugli Ordini Cavallereschi, che ha ottenuto già numerosi apprezzamenti nel mondo scientifico.

 

Inoltre la Commissione, che ha già realizzato alcuni convegni sulla materia cavalleresca in Italia, Stati Uniti d’America e Spagna, dà il proprio patronato all’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche - Amici della Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi [17]che raccoglie gli appartenenti o gli studiosi degli Ordini Cavallereschi e dei Sistemi Premiali.

 

I Membri della Commissione, sino ad un massimo di 75, sono scelti tra i maggiori specialisti della materia e le loro osservazioni e commenti sono su base consultiva. Fra i Membri possono essere nominati sino a 10 Fellows che fanno parte del Comitato esecutivo, ma con voto consultivo.

 

La voglia di serietà della Commissione è dimostrata anche dalla proibizione per i Membri “di far parte o partecipare ad incontri organizzati da autonominatisi Ordini Cavallereschi, Sistemi premiali, Corporazioni Nobili, Altro tipo di Corporazioni Nobili, o Decorazioni Ecclesiastiche ecc. non elencati nel Registro della Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi”.

 

Il Comitato esecutivo è composto dal President [18]/Chairman, dal Vice President, dal Deputy Chairman e dal Secretary General.

 

I Patrons, scelti per il loro rango nella società internazionale, includono Capi di Stato, Alte Autorità della Chiesa, Capi o membri di Case Reali, regnanti od ex-regnanti.

 

Lo scopo iniziale per cui nacque la Commissione era solo quello di preparare un Registro Internazionale degli Ordini di Cavalleria, che fosse inattaccabile e scientifico, ma anche accettato da tutti, cosa che si è dimostrata nel tempo ardua, difficile e - oseremmo dire con una punta di realismo - quasi irrealizzabile.

 

La Commissione considera oggi il Registro sempre aperto e non esclude la possibilità di modificare il proprio pensiero o una determinazione già presa, purché vengano presentate inoppugnabili prove documentarie su base scientifica; così pure vuole favorire la necessaria discussione sulla materia riguardo ai punti di vista divergenti.

 

In questo nuovo XXI secolo è necessario che la Commissione, per evitare di vedere esaurito in breve tempo il suo compito, espanda il proprio raggio d’orizzonte ampliando i suoi principi e rendendoli attuali con le realtà oggettive della nostra società e gli inevitabili cambiamenti storici. Per far poi progredire il proprio lavoro di catalogazione, che non potrà più limitarsi allo studio della materia cavalleresca del passato, occorrerà anche che la Commissione offra alle persone non esperte uno strumento valido per capire, imparare e soprattutto conoscere tutto quello che esiste oggi nel mondo, sia per quanto riguarda gli Ordini statuali che le Decorazioni, le Medaglie e i numerosissimi Sistemi premiali.

     


[1] Queste le sedi dei Congressi: I Barcelona 1929, II Roma-Napoli 1953, III Madrid 1955, IV Bruxelles/Brussel 1958, V Stockholm 1960, VI Edinburgh 1962, VII Den Haag 1964, VIII Paris 1966, IX Bern 1968, X Wien 1970, XI Liège 1972, XII München 1974, XIII London 1976, XIV København 1980, XV Madrid 1982, XVI Helsinski 1984, XVII Lisboa 1986, XVIII Innsbruck 1988, XIX Keszthely 1990, XX Uppsala 1992, XXI Luxembourg 1994, XXII Ottawa 1996, XXIII Torino 1998, XXIV Besançon 2000 and XXV Dublin 2002.

[2] Vedasi: Comunicaciones al XV Congreso internacional de las ciencias genealogica y heraldica, Madrid 19-26 - IX - 1982, Tomo I-II-III, Instituto Salazar y Castro (C.S.I.C.), Madrid, 1983, con le seguenti relazioni: Adolfo Barredo de Valenzuela, El Gran Magisterio de la Orden Constantiniana; Arnolfo Cesari d’Ardea, La successione nel Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano di S. Giorgio; Fabrizio Ferri, Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano di Toscana; Luigi Guelfi Camaiani, L’antico Ordine del Tau o dell’Altopascio; Uno Lindgren, Spanish Knights of The Most Noble Order of the Seraphim. Some Spanish Coats of Arms in Sweden; Eutumio Sastre Santos, La Cruzada en la Orden de Santiago: Obra de misericordia; Pier Felice degli Uberti y Palermo, Considerazioni sulla natura giuridica del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

[3] Le titolature sono riportate senza entrare nel merito così come appaiono dalle fonti consultate.

[4] Proprio a Madrid erano da poco nati l’Instituto Internacional de Genealogía y Heráldica e la rivista Hidalguía, che dal 1953 avevano combattuto una violenta battaglia contro gli Ordini cavallereschi di fantasia.

[5] Rivista Araldica V Congresso Internazionale di Scienze Araldiche e Genealogiche, Anno LVIII, 1960, p. 275.

[6] Rivista Araldica, VI Congresso Internazionale di Genealogia e Araldica, Anno LX, 1962, pp. 262-263.

[7] La Commissione Internazionale permanente per gli Ordini Cavallereschi, approvata nella mozione unanime era costituita nel seguente modo: Presidenza Onoraria: Sua Grazia il Duca di Hamilton e Brandon, K.T., Primo Pari di Scozia; Presidente: Barone Alessandro Monti della Corte (Italia); Vice Presidente: Nobile Professor Gèza Grosschmid Zsögöd de Visegrad (U.S.A.); Segretario Generale: Lt. Col. Robert Gayre of Gayre and Nigg (Scozia). Membri: S.A.S. il Principe Karl von Schwarzenberg (Austria e Boemia); Chevalier Albert de Selliers de Moranville (Belgio); Dr Paul Warming (Danimarca); Sir Harry Luke (Inghilterra); Sir Iain Moncreiffe of that Ilk, Bt, Barone di Easter Moncreiffe, Araldo di Albany (Scozia); Sir David Wilson Reid, Laird of Robertland (Scozia); Chevalier Guy Coutant de Saisseval (Francia); S.A.S. il Principe Ernst August von Lippe (Germania); Barone von Dieckoff (Germania); Jonkheer C.C. van Valkenburg (Olanda); S.E. il Balì Don Achille di Lorenzo (Italia); Nobile Alexandre de Messoyedoff (Russia Bianca); S.E. il Marchese don Alvaro de Santa Maria de Silvela, Marchese del Castañar (Spagna); Ciambellano Carl Gunnar Ulrik Scheffer (Svezia); Sir Hannibal P. Scicluna (Malta); Nobile Béla Kèzdi-Vàsàrhelij de Kèzd (Ungheria).

[8] Rivista Araldica, VI Congresso Internazionale di Genealogia e Araldica, Anno LX, 1962, pp. 264-265.

[9] Rivista Araldica, VI Congresso Internazionale di Genealogia e Araldica, Anno LX, 1962, p. 264.

[10] Aldo Pezzana, Register of Orders of Chivalry, Edimburgo, 1970, Rivista Araldica, Anno LIX, 1971, p. 227. Il prof. Aldo Pezzana, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato è fra i più autorevoli studiosi e specialisti della materia cavalleresca.

[11] Alberto Lembo, Lo Stato Italiano e gli Ordini cavallereschi non nazionali”, in Atti del Convegno “Gli Ordini Dinastici della I. & R. Casa Granducale di Toscana e della Reale Casa Borbone-Parma (Pisa, 14 settembre 2001)”, Edizioni Ets, Pisa, 2002, p. 29.

[12] Del resto il compito precipuo della Commissione non è quello di entrare in merito alle dispute dinastiche per cercare di risolverle, ma solo quello di occuparsi di stabilire la validità di un Ordine.

[13] Ad esempio Giacomo C. Bascapé in L’Ordine Sovrano di Malta e gli Ordini Equestri della Chiesa nella Storia e nel Diritto, Milano, Ed. Ceschina, 1940 XVIII, a proposito degli Ordini della Real Casa delle Due Sicilie scrive: “Mentre quasi tutti i giuristi sono concordi nel riconoscere alla Casa di Borbone-Sicilia il diritto di collazione dell’Ordine di S. Giorgio, che ha carattere strettamente gentilizio, o secondo il termine comunemente usato, dinastico, non sembra riconoscibile alla medesima casata il Gran Magistero degli altri Ordini del Regno delle Due Sicilie, che avevano figura nettamente statuale, e che pertanto debbono, secondo alcuni, essere considerati estinti, secondo altri sarebbero da ritenersi devoluti alla Corona d’Italia. Tali Ordini sono: quello di San Gennaro, istituito nel 1738…”. Ma lo stesso autore cambierà totalmente idea passando a considerare l’Ordine di San Gennaro come dinastico-familiare già dall’edizione del 1959 del libro: Giacomo C Bascapé, Gli Ordini Cavallereschi in Italia. Storia e diritto, Editrice Eraclea, Milano, 1992, p. 303: “... è vero che quasi tutti gli ordini di cavalleria, nel secolo XVIII, avevano qualche aspetto o carattere sacro, ma l’Ordine di San Gennaro, per la religiosità del sovrano che lo fondò e per la viva fede che animava l’ambiente della Corte di Napoli, presenta in modo singolare, con l’impronta di Ordine dinastico-familiare, anche quella di istituto equestre benedetto, protetto e dichiarato perpetuo dalla Chiesa.”

[14] Primo fra tutti l’inclusione a partire dal 1970 del cosiddetto “Order of Saint John of Jerusalem, Knights Hospitaller” (o “Royal Yugoslav Order of Saint John”), e l’inclusione dal 1996/1998 del cosiddetto “Niadh Nask”.

[15] Vedasi lettera del 14 novembre 2000 del Lt Col. Patrick O’Kelly de Conejera: “... As Secretary General throughout this period I had regular meetings with the Chairman, Lt. Col. Gayre of Gayre and Nigg... While we studied a number of applications for registration throughout this period, however, none met the requirement of ‘longstanding ininterrupted tradition under the protection of Chiefs or of Houses of recognised sovereign rank’. Hence there was no justification in publishing a Register...”

[16] La descrizione araldica dello stemma brisato del VI Congresso Internazionale di Genealogia ed Araldica è la seguente: “di rosso, inquartato da una croce d’argento (a ricordo del I Congresso post-bellico tenuto in Roma-Napoli, Italia): 1° una testa d’aquila bicefala d’argento (a ricordo del Congresso di Madrid, Spagna); 2° una testa di leone d’argento (a ricordo del Congresso di Bruxelles, Belgio); 3° una corona antica d’argento (a ricordo del Congresso in Stoccolma, Svezia); 4° una testa d’unicorno d’oro (a ricordo del Congresso in Edinburgo, Scozia)”.

[17] Negli USA: Association of Members of Chivalric Orders and Merit (Amcom); in Spagna: Asociación Española de Caballeros y de Condecorados con Ordenes de Mérito.

[18] La Commissione ha avuto come presidenti: il Barone Alessandro Monti della Corte (*1902†1975) dal 1962 al 1970; S.A.S. il Principe Ernst August di Lippe (*1917†1990) dal 1970 al 1990, il Lt. Col. Robert Gayre of Gayre and Nigg (*1905†1996) dal 1990 al 1996; Terence MacCarthy (*1957) dal 1996 al 1999; il Nobile Dr. Pier Felice degli Uberti (*1955) dal 1999.