Quelle decorazioni brillanti, quei nastri colorati, fanno un bell’effetto a chi l’indossa: in una parola vestono
In tutta la Francia per tutto il 2002 si sono tenuti i festeggiamenti per il 200° anniversario di fondazione dell’Ordine della Legion d’Onore
1 . La ricorrenza merita qualche commento.L’Ordine della Legion d’Onore fu una grandissima innovazione che mutò il modo di concepire gli Ordini e presentò cambiamenti in campo premiale sino ad allora impensabili.
Fu istituito con decreto del 29 Fiorile dell’anno X (19 maggio 1802) da Napoleone Bonaparte, primo console, in un momento particolare di grande consenso. Sebbene infatti la Francia vivesse una dittatura ancora "repubblicana", era già stato pagato a caro prezzo il desiderio di uguaglianza, erano state sacrificate tante vite, tanti valori, la stessa libertà, tanto che l’istituzione di un ordine onorifico, sia pure fondato sul merito, ma al tempo stesso fonte di distinzione e di privilegio, sembrò essere una mostruosità.
In Francia con decreto del 30 luglio 1791 vennero soppressi tutti gli Ordini cavallereschi, perché considerati un istituto contrario al principio di egualianza che era stato proclamato come irrinunciabile conquista dell’ordinamento repubblicano.
Quindi l’istituzione della Legion d’Onore suscitò tanto scalpore che ancora trent’anni dopo, nel 1832, così scriveva un testimone diretto di quegli avvenimenti: "la questione della Legion d’Onore fece un chiasso quale oggi non riusciamo neppure ad immaginare".
In Il Libro d’Oro degli Onori dai grandi Ordini Cavallereschi alle moderne Onorificenze
2 è descritta la nascita dell’Ordine: «Napoleone ne accennò la prima volta in una conversazione privata, dopo una delle piccole cene che madame Bonaparte era solita organizzare nella residenza della Malmaison... Appunto una sera del febbraio 1802, dopo cena, il gruppo dei commensali si divise: le signore e un paio di uomini si riunirono nel salotto, mentre Bonaparte si diresse, come faceva spesso, nella sala detta del Consiglio, decorata con trofei di guerra, come una tenda militare. Lo accompagnavano il fedele Duroc, futuro maresciallo del palazzo imperiale, il matematico Monge, primo ispettore del Politecnico, Denon, nuovo direttore dei Musei, e lo scrittore Arnault: sia Denon che Monge e Armault avevano fatto parte del gruppo di scienziati che avevano accompagnato il generale Bonaparte nella spedizione d’Egitto. Come sempre il padrone di casa dirigeva la conversazione e portando il discorso sul ricevimento del corpo diplomatico che si era svolto il giorno prima alle Tuileries, esordì, rivolgendosi a Denon: "Avete notato, Denon, come i presenti erano colpiti dalle placche e dai nastri dei vari ordini ostentati dai nostri ospiti?" "L’ho tanto più notato in quanto ne sono stato colpito anch’io - rispose il direttore dei Musei -. Bisogna convenire che quelle decorazioni brillanti, quei nastri colorati, fanno un bell’effetto e danno rilievo a chi l’indossa: in una parola vestono". "Ecco l’esteta - controbatté Monge, intransigente repubblicano - quella roba non è che chincaglieria!" "Chincaglieria finché volete - insistette Bonaparte che si accalorava, dimostrando con ciò come non si trattasse per lui di un discorso ozioso ma di un primo sondaggio di opinione - ma piacciono. Queste croci, quei nastri, queste parvenze visibili della grandezza, colpiscono le folle e le ispirano un rispetto involontario. Diciamo la verità: gli uomini adorano quei riconoscimenti e i francesi più degli altri, da sempre. Basti pensare a cosa ha significato durante le guerre di successione la croce di S. Luigi del Re Sole, un incentivo più potente del danaro". "Allora ristabiliamola", intervenne seccamente Monge, il quale nel ‘93 aveva fatto parte della commissione che aveva abolito le distinzioni onorifiche in Francia. La sua risposta provocò un momento di imbarazzo generale, mentre Bonaparte rivolgendo una delle sue famose occhiate di ghiaccio all’incauto interlocutore, tagliava corto concludendo: "Sarà meglio andare a raggiungere le signore". Questo esordio fu solo un primo esempio delle accese reazioni che il progetto era destinato a suscitare nell’opinione pubblica e a tutti i livelli».L’istituzione della Legion d’Onore era senza dubbio un ritorno al passato, ma senza nostalgie per il vecchio sistema autocratico, infatti già con il nome "Legione" s’intendeva eliminare ogni sorta di riferimento all’antico regime. Ma al tempo stesso nascevano discrepanze nel modo d’intendere lo Stato perché c’erano chiari riferimenti all’antico regime, quali ad esempio la ripartizione in classi introdotta per la necessità di far corrispondere la ricompensa alla natura e alla specifica entità del merito, un chiaro ritorno alla logica che in via di principio si intendeva abbandonare.
Certamente per Napoleone fu una scelta difficile, che cercò di giustificare, adducendo ragioni di forza maggiore, nel suo discorso dell’8 maggio 1802 davanti al Consiglio di Stato. A sostegno dell’istituzione del nuovo Ordine Napoleone così si espresse: "Sfido a mostrarmi una repubblica antica o moderna, che non usi onorificenze o distinzioni. Si dice che essi sono miraggi illusori. Ebbene, è con questi che si governano gli uomini. Io non pronuncerei simili parole in un pubblico discorso; ma in un consiglio di saggi e di uomini di Stato, tutto deve essere detto. Non credo che il popolo francese ami la libertà e l’egualianza; i francesi non sono affatto cambiati per essere decorsi dieci anni di rivoluzione. Sono rimasti quelli che erano i Galli, fatui e leggeri; occorre dunque un alimento a quel sentimento, occorono loro delle distinzioni onorifiche. Guardate come il popolo si prosterna davanti alle decorazioni straniere".
Questo discorso era la conferma che anche col mutare di un ordinamento istituzionale che doveva cancellare un passato di diseguaglianze (prima di Napoleone in Francia gli Ordini erano riservati solo ed esclusivamente alla nobiltà), di fatto non si poteva rimanere insensibili all’intima esigenza dell’animo umano di creare delle differenziazioni basate sugli onori, come avvenne anche con la nascita di numerosi Ordini
3 nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che dal 1922 al 1991 contavano ben sedici Ordini di merito4 . Di fatto però le modifiche introdotte nella Legion d’Onore rispetto ad un passato molte volte negato e vituperato si ridussero a formali aggiustamenti marginali e nominalistici, che non andarono oltre alla sostituzione del termine "Ordine" con quello più "moderno" di "Legione". Alla gestione ed al funzionamento della Legion d’Onore furono preposte le Corti, un organismo elettivo, e venne introdotto il nome Comandante, che poi sotto Luigi XVIII venne tradotto in Commendatore. Negli anni successivi con l’instaurazione dell’Impero, in un nuovo clima legato ad un fasto ed ad un’ostentazione voluti, ci fu un nuovo fiorire di Ordini, con l’obiettivo di arrecare lustro e prestigio all’autorità concedente, che tornava così ad avvalersi della disponibilità di un antico e ben sperimentato strumento onorifico. Il prestigio della Legion d’Onore e il suo nuovo concetto di sistema premiale fu così grande che molte delle monarchie sia europee che extraeuropee e poi la stragrande maggioranza degli Stati la vollero imitare creando i loro Ordini; in Italia seguirono l’esempio tutti gli Stati preunitari, e oltre ai Borbone Parma, Asburgo Este, Asburgo Toscana e Borbone Due Sicilie anche i Savoia, nel cui Statuto del Regno di Sardegna all’art. 78 era stabilito: "Gli Ordini cavallereschi ora esistenti sono mantenuti con le loro decorazioni. Queste non possono essere impiegate in altro uso fuorché quello prefisso dalla loro istituzione. Il Re può creare altri Ordini e prescriverne gli Statuti". Così che in base a quanto detto dallo Statuto gli Ordini cavallereschi, pur conservando il primitivo carattere dinastico, acquisirono anche forma e natura di istituzione di Stato. Con l’avvento del Regno d’Italia vennero mantenuti solo quelli del Regno di Sardegna, e soppressi gli Ordini degli Stati annessi, anche se continuarono a essere riconosciute le onorificenze da essi concesse. Diversità di atteggiamento vi fu nei confronti degli Ordini dello Stato Pontificio, che si decise di considerare validi e vigenti perché pertinenti al Papa nella sua veste di Capo spirituale della cristianità.Non dobbiamo dimenticare poi che gli Ordini istituiti durante il Regno d’Italia (ad eccezione dell’Ordine Civile di Savoia creato già durante il Regno di Sardegna e dell’Ordine al Merito del Lavoro, entrambi concessi sul merito ma composti da una sola classe) e in seguito quelli nati dalla Repubblica Italiana (ad eccezione dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, composto da quattro classi, e dell’Ordine Militare di Vittorio Veneto, composto di un solo grado e destinato agli ex-combattenti della I Guerra mondiale) per quanto riguarda le scale delle distinzioni e il tipo di riconoscimento si riconducono tutti alla Legion d’Onore francese, indiscusso capostipite dei moderni sistemi premiali del mondo.
1 Art. 1. L’Ordre National de la Légion d’Honneur la plus élevée des distinctions nationales. Elle est la récompense de mérites éminents acquis au service de la nation soit à titre civil, soit sous les armes.
2 Alessandra Cimmino - Carlo Montella, Il Libro d’Oro degli Onori dai grandi Ordini Cavallereschi alle moderne Onorificenze, Firenze, 1990, pp. 211-216.
3 Michele D’Arasmo, Gli Ordini dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e brevi cenni su altre forme di onore in uso nella Russia socialista, Nobiltà, 1995, n. 7, pp. 159-178.
4 Ordine della Bandiera Rossa (Orden Krasnogo Znameni); Ordine di Lenin (Orden Lenina); Ordine della Stella Rossa (Orden Krasnoj Zvezdy); Ordine del Segno d’Onore (o di Rispetto) (Orden "Znak Pac’¸ta"); Ordine della Guerra Patriottica (Orden Otec’stvennoj Voiny); Ordine di Suvorov (Orden Suvorova); Ordine di Kutuzov (Orden Kutuzova); Ordine di Aleksandr Newsky (Orden Aleksandra Nevskogo); Ordine di Bogdan Chmelnizki (Orden Bogdana Chmel’nizkogo); Ordine della Vittoria (Orden Pobedy); Ordine della Gloria (Orden Slavy); Ordine di Ushakov (Orden Ushakova); Ordine di Nahimov (Orden Nahimova); Ordine della Rivoluzione d’Ottobre (Orden Oktjabrskaja Revolutzja); Ordine dell’Amicizia tra i Popoli (Îrden Druz’ba Narodov); Ordine "per il Servizio alla Patria" (Orden za Zlus’bu Rodine).