La chiara posizione della Santa Sede sugli Ordini Cavallereschi

Il pensiero ufficiale della Santa Sede sulla materia cavalleresca è chiaro e non può dar adito a dubbi di nessun genere; per i distratti ricordo che lo si può leggere in tutte le edizioni del Registro Internazionale degli Ordini Cavallereschi pubblicate da quando ne ho assunto la presidenza. Qui citerò quanto ancora la Santa Sede precisava su L’Osservatore Romano del 1° dicembre 1976: "… Siamo autorizzati a ripetere le chiarificazioni al riguardo precedentemente pubblicate su L’Osservatore Romano. La Santa Sede, in aggiunta ai suoi propri Ordini Equestri, riconosce solamente due Ordini cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, denominato Ordine di Malta, e l’ Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nessun altro Ordine, sia esso istituito nuovamente o derivante da un Ordine medievale avente lo stesso nome, gode tale riconoscimento, poiché la Santa Sede non è in una posizione per garantire la sua legittimità storica e giuridica…"; e precedentemente sempre su L’Osservatore Romano del 15-16 aprile 1935 la Santa Sede ribadiva: "… Non tutti sono tenuti a sapere che gli antichi Ordini cavallereschi erano dei veri e propri Ordini religiosi, dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, come ogni altro Ordine religioso, e costituiti da professi che emettevano i voti sacri prescritti dalle Regole, e godevano i redditi dei benefici ecclesiastici di cui erano investiti. Ma questi antichi Ordini non hanno di comune se non il loro antico titolo (quando questo è stato conservato) con le moderne decorazioni Equestri, le quali per una completa trasformazione giuridica del primitivo istituto possono sussistere in quanto un Sovrano o Capo di Stato nei limiti della propria giurisdizione dà ad esse la legittima consistenza civile…". Infine voglio ancora rammentare che il 27 aprile 2004 la Segreteria di Stato - prima sezione affari generali con protocollo n. 555477 scriveva alle Missioni diplomatiche accreditate presso la Santa Sede: "… È costume che durante le cerimonie ufficiali, i Diplomatici accreditati sfoggino, oltre alle decorazioni ufficiali e agli Ordini nazionali, le insegne di Ordini equestri riconosciuti dalla Santa Sede, che, come si sa sono solamente in numero di due: il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La pratica vuole che i Diplomatici accreditati si astengano dall’aderire a degli Ordini equestri che non sono legati alla Santa Sede, anche se essi sono dedicati a dei santi o hanno dei titoli religiosi. Secondo la medesima tradizione, le alte personalità membri del Governo, durante la loro presenza a Roma per delle Udienze pontificie, non accetteranno distinzioni onorifiche di Ordini che non sono riconosciuti dalla Santa Sede…". Dunque non ci sono dubbi su quale sia la posizione ufficiale della Santa Sede che afferma chiaramente di non essere in grado di garantire la legittimità storica e giuridica di altri ordini cavallereschi al di fuori del Sovrano Militare Ordine di Malta e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma che tuttavia nel 1935 (in una situazione storico-politica ben diversa dalla nostra) dava valore a quelle decorazioni equestri che avevano mantenuto l’antico nome dell’Ordine Cavalleresco, e che per una completa trasformazione giuridica potevano sussistere "… in quanto un Sovrano o Capo di Stato nei limiti della propria giurisdizione dà ad esse la legittima consistenza civile…" Credo che per avere le idee chiare sull’argomento basti leggere con spirito pragmatico quanto esposto su quelle istituzioni che continuarono la loro esistenza - senza l’appoggio della Santa Sede - in Stati che oggi non esistono più avendo fatto il loro tempo. E allora? Oggi dobbiamo avere il coraggio di essere corretti affermando che gli Ordini Cavallereschi1 sono solo il SMOM e il Santo Sepolcro, mentre le Onorificenze e le Decorazioni sono tutti i sistemi premiali provenienti dalle autorità di uno Stato o dalle sue istituzioni (non tutte le nazioni hanno la stessa struttura amministrativa); e infine dobbiamo considerare quelle importanti reliquie del passato che fanno parte della nostra storia e che noi chiamiamo - spesso anche errando - Ordini Dinastici o di Famiglia come qualcosa da tutelare, rinvigorire, rispettare, ma attribuendo loro un valore unicamente morale (anche se diverso da quello di un tempo) nel ricordo dei nostri antenati che hanno creduto e combattuto per quegli ideali oggi non più attuali; in fondo - come tante volte ho già scritto - è proprio grazie a tali istituzioni una volta connesse alla cavalleria, che potremmo trovare una valida soluzione per fare del bene all’umanità che soffre in ogni parte del mondo.

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